Indirizzo: Località Falcone, Piombino, Provincia di Livorno, 57025, Toscana, Italia
E' innegabile che chi si reca nel parco e vi trascorre anche solo poco tempo ne rimane affascinato. Questa naturale terrazza , incuneata nel mare , che segna idealmente il confine tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno , permette di ammirare , con ampio raggio l'azzurro mare del Canale di Piombino , l'Isola d'Elba e in lontananza , in giornate chiare i monti della Corsica , l'Isola del Giglio , i monti dell' Argentario e l' Isola di Montecristo. Il tutto in una cornice di Flora Mediterranea che in primavera esplode in tutta la sua bellezza. Troviamo : LECCI , FILLIREE , GINESTRE VILLOSE ( o Calicotome villosa ) . In primavera tutto prende colore come improvvise pennellate ; il bianco e rosa dei CISTI , il giallo delle GINESTRE , il rosso acceso del FICO degli OTTENTOTTI. La gran parte della Flora del Parco di Punta Falcone e' stata catalogata e lungo il percorso di visita sono stati apposti dei cartelli che fanno conoscere le varie specie BOTANICHE con il suo nome scientifico e volgare.
Dettaglio dell'aspetto botanico
La flora presente è caratterizzata dalla presenza di specie tipiche della macchia mediterranea ma dato la natura rocciosa e la poca copertura di humus, la vegetazione è composta da specie prevalentemente arbustifere con poche specie arboree e con altezze limitate. La peculiarità di tutte, quale il colore delle foglie, la loro consistenza, il profumo intenso, la peluria che le ricopre, le spine, la presenza di resine ed oli essenziali, sono forme di adattamento ad un clima predominato da salinità, venti, prolungati, periodi di siccità, temperature elevate e nonché suolo prevalentemente roccioso. Queste piante però in primavera abbelliscono il Parco con i loro bellissimi colori Moltissime specie botaniche sono state catalogate e lungo il percorso saranno riconoscibili attraverso cartellini indicanti il nome scientifico e volgare.
Cartellone della flora




Promontorio del Falcone
Questo piccolo promontorio è costituito esclusivamente da basalto, roccia effusiva che presenta i tipici caratteri della colata sottomarina, costituita da pillow lavas (lava a cuscino). La roccia varia dal colore verde scuro al bruno rossastro nelle aree più alterate sino quasi al nero.
Questa spettacolare roccia magmatica ebbe origine su un fondo marino, circa 150 milioni di anni fa, in corrispondenza della dorsale centro-oceanica dell’allora nascente Paleoceano Ligure-Piemontese ad una profondità di circa 3000 metri. Questo tipo di lava risale da magmi del mantello andando a costituire la crosta oceanica; tutt’ora in formazione nella dorsale centro oceanica atlantica.
Quando iniziò la separazione della placca africana da quella americana iniziarono a crearsi delle fratture che allargandosi sempre più generarono l’Oceano Atlantico centrale ma quello che più interessa a noi l’Oceano Ligure- Piemontese (che però non ha nulla a che fare con i mari esistenti oggi). Infatti questo oceano andò sempre più allargandosi fino a circa 70 milioni di anni fa quando per cambiamento dei movimenti delle placche l’avvicinamento dell’Africa all’Europa, comportò la scomparsa dell’Oceano Ligure-Piemontese. Testimonianze della sua passata presenza la troviamo nelle montagne alpine e appenniniche. Al Falcone possiamo ammirare un piccolo “brandello” di questa crosta oceanica alloctona.


Aspetto Memoria e Storia
La posizione del promontorio del Falcone, sperone roccioso a guardia del Canale di Piombino, fin dall’antichità ha visto la presenza di armati con lo scopo di sorveglianza e di difesa. Ma è prima dello scoppio della 2a Guerra Mondiale che, su progetto di Maregenimil di La Spezia, iniziò la costruzione della Batteria Navale ribattezzata “R. Batteria Galeazzo Sommi Picenardi”. Al termine dei lavori la batteria era armata con cannoni di medio calibro 152/45 e servita da un circa 80 militari Le strutture di questa batteria, alcune ripulite e visitali, sono ben visibili nel Parco.
Arrivando nel Parco possiamo raggiungere l’Osservatorio Astronomico, trasformazione avvenuta nel 1975 della centrale telemetrica della batteria, sopra la quale è stata costruita la cupola contenente il telescopio. Scendendo verso l’estremità del promontorio si incontrano le quattro piazzole con il grande basamento che presenta ancora i bulloni di fissaggio degli affusti. Alle spalle si notano i 2 ingressi delle “riservette” alloggi dei proietti e del personale con corridoio sotterraneo avente forma di ferro di cavallo. Ancora presenti nel Parco sono 3 altre strutture della batteria: la Casamatta, l’edificio sulla scogliere , sede della fotoelettrica; il deposito dell’acqua orora semisommerso dalla vegetazione; la polveriera, di cui rimangono pochi resti in quanto fatta brillare dai tedeschi in fuga.



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